Riscaldamento climatico, quanto è aumentata la temperatura nei comuni dell’Imperiese? La classifica
A registrare la variazione maggiore è stato Molini di Triora (+2.66° C), Cervo la minore (+1.44° C)
Imperia. Il blocco forzato imposto dal lockdown ha determinato un miglioramento delle condizioni ambientali: all’inizio di aprile le emissioni globali giornaliere di anidride carbonica (CO2) sono diminuite del 17% rispetto ai livelli medi nel 2019 e si stima che le emissioni annuali di CO2 per il 2020 saranno del 4-7% in meno. Prima dell’emergenza sanitaria, però, non si era sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi di Parigi, tanto che una recente indagine condotta dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/EDJNet e diffusa da stopglobalwarming.eu ha attestato che rispetto a cinquant’anni la temperatura media della nostra provincia è cresciuta di circa 2° C.
Sulla base dei dati prodotti da Copernicus e dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), rielaborati da OBCT/EDJnet nel contesto del progetto In Marcia con il Clima, la temperatura è aumentata di ben 2.66° C a Molini di Triora. A registrare un clima più caldo nel periodo analizzato, 1961-2018, sono poi Olivetta San Michele e Castel Vittorio, rispettivamente 2.61° C e 2.42°. Il termometro è invece salito di meno a Cervo: 1.44° C.
Comune per comune, la temperatura media è aumentata di 2.33° C ad Apricale, 2.31° C a Bajardo, 2.29° C ad Airole e Dolceacqua, 2.26° C a Isolabona, Pigna e Rocchetta Nervina, 2.21° C a Ceriana, 2.19° C a Caravonica e Lucinasco, 2.15° C a Badalucco, Dolcedo e Vasia, 2.07° C a Chiusanico e Chiusavecchia, 2.03° C a Diano Castello, Diano Marina e San Bartolomeo al Mare, 2.02° C a Mendatica, Montegrosso Pian Latte e Sanremo, 1.94° C a Montalto Carpasio, 1.93° C a Pornassio, 1.91° C a Cosio d’Arroscia, 1.88° C a Cipressa, Pietra Bruna, San Lorenzo al Mare e Terzorio,1,87° C ad Aquila d’Arroscia, Borghetto d’Arroscia e Ranzo, 1,86° C ad Armo e Pieve di Teco, 1.85° C a Pontedassio, 1,79° C a Imperia, 1.76° C a Diano Arentino, 1.7° C a Ospedaletti e Seborga, 1.68° C a Camporosso e Ventimiglia, 1.67° C a Castellaro, Pompeiana e Taggia, 1.63° C a Perinaldo, San Biagio della Cima, Soldano e Vallebona, 1.49° C a Santo Stefano al Mare, 1.48° C a Bordighera e Vallecrosia.
A livello nazionale, fra le realtà più colpite spicca Brindisi, la più riscaldata d’Italia, che secondo quanto riporta l’osservatorio ha subito un riscaldamento di +3.12° C gradi. Appena sotto le città metropolitane Roma (3,07°) e Milano (2,85°), al secondo e quarto posto, sul podio anche Sondrio (2,98°), al terzo posto. In ordine fino alla 20esima posizione troviamo Latina (2,79°), Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°), Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°).
La regione che ha registrato l’incremento maggiore è il Lazio (+2,66 °C), seguita da Trentino-Alto Adige (+2,57 °C) e Lombardia (+2,56 °C).
Secondo l’indagine si tratta di dati indicativi ma allarmanti, considerando le proiezioni diffuse dalle Nazioni Unite, che han fissato a +1,5 °C il punto di non ritorno per il pianeta, il livello medio mondiale da non superare (al momento il livello climatico medio globale, rispetto all’inizio dell’era industriale che viene considerata come riferimento, si è alzato di 1,1°C). Un limite che, con l’inerzia attuale, dovrebbe invece essere superato tra il 2030 e il 2050. Con conseguenze catastrofiche già irrimediabilmente avviate, come evidenziato da alcuni studi pubblicati in questi giorni in merito alla calotta glaciale della Groenlandia, destinata ormai a sciogliersi. Come evidenziano gli scienziati nemmeno il lock down ha prodotto risultati significativi in tema di global warming.